SAN MARTINO DI
Catignano e il nuovo rettore


Nel comune di Gambassi in Valdelsa si trova una bella località collinare dal nome antico: Catignano. Nel medioevo ebbe importanza per la posizione e per un itinerario di lunga tratta che univa l’Oltr’Alpe a Roma: la via Francigena. Fece parte del territorio fiorentino a sud dell’Arno, ma vi ebbe competenza ecclesiastica la diocesi di Volterra.

Il paese ha ancora oggi una chiesa intitolata a San Martino, purtroppo in precarie condizioni.
Una pergamena la ricorda nel 1357. La carta è curiosamente scritta in più sezioni, con diverse date e luoghi – Catignano, Castelfiorentino e Chianni di Valdelsa (da non confondere con il borgo omonimo di Valdera) –.

Il motivo fu dovuto a un avvenimento imprevisto ma prevedibile: “... pastore vacabit propter mortem bone memorie di ser Petri quondam Andree Cionis de Varna presbiteri” rettore – l’ufficio di pastore vacava a causa della morte della buona memoria del prete ser Pietro del fu Andrea di Cione da Varna (piccolo centro vicino).
Di conseguenza erano stati interessati i patroni privati, i nobili de’ Rossi di Firenze: Stoldo del fu Giovanni, il fratello Francesco e i nipoti minorenni “pupilli” Rosso del fu Rosso di Giovanni e Antonio del fu Gormanno (o Goracciano) del fu Giovanni.
I patroni ne avevano dato la commissione a Filippo del fu Guccio de’ Rossi che a sua volta aveva designato prete Lippo del fu Duccio da Montaione, rettore della chiesa di Santa Lucia di Catignano, per occuparsi dei “fatta” e “negotia” di San Martino e dei parrocchiani, con il fine di un miglior governo.


Lo stesso giorno in cui fu scritto questo primo atto, il notaio ne compilò un secondo nella pieve di Castelfiorentino situata “in castro veteri”. Alla presenza dei testimoni Angelo del fu Simone da Sartiano, Simone del fu Tuccio da Castelfiorentino e Giovanni del fu Pardo di San Martino, dichiarò la vacanza del rettore della chiesa di Catignano. Dopo di che altri due patroni de’ Rossi fiorentini – Bianco del fu dom. Bandino pievano della pieve di Castelfiorentino e Simone del fu Ambaldo – incaricarono prete Lippo di Duccio del medesimo compito di cui sopra.

Poco meno di una settimana dopo, nella bella pieve di Santa Maria di Chianni, prete Lippo “elegit e inviavit in novum rectorem et pastorem” di San Martino prete Ilario di Baldo de Lungagnana (Montespertoli), a “honore et reverentia omnipotentis Dei et beate Marie semper Virginis et sancti Martini et omnium sanctorum et sanctarum curie Pardisi”. Furono testimoni Matteo del fu Bergo da Catignano e Giovanni del fu Gambiere da Gambassi.

Prete Ilario venne quindi presentato, sempre in Santa Maria, a dom. Paganello del fu Guido da Montignoso, pievano, il quale per lunga consuetudine dei predecessori confermava i sacerdoti e rettori di San Martino. In questo caso lo fece prima inviando a Catignano il nunzio Coppo di Balduccio a proclamare la nomina mediante affissione di uno scritto sulla porta di chiesa. Ritornato il nunzio confermò ser Ilario. Dettero testimonianza Francesco di fu Vanni e Ranierio del fu Carnocci di Gambassi.

Una settimana dopo in San Martino ebbe luogo l’investitura formale (e finale) con i preti e i rettori delle chiese vicine: ser Niccoluccio di Pietro da Montignoso, ser Tura del fu Megliorino rettore di San Michele di Agresto, ser Lippo del fu Duccio rettore di Santa Lucia e ser Tommaso di fu Vannetto rettore di San Giovanni di Varna, “dominus Paganellus sedens”. La pergamena ricorda che “dedit et tradidit corporaliter possessione dicto presbitero Ylario de dicta ecclesia sancti Martini tam de spiritualibus quam de temporalibus” (dette e consegnò a detto prete Ilario in corporale possessione la chiesa di San Martino tanto nello spirituale che nel temporale).

Durante il rito il nuovo pastore fu coperto, “investendolo”, con il panno lino dell’altare intitolato al santo e con la pianeta ... “et misit ... assignando dicto presbitero Ylario locum in coro super pancha prima latere dextro ut intratur in coro ... in gremio eius posuit de terra agri et frondibus arborum ...” (e lo introdusse, assegnando a prete Ilario il posto nel coro sulla prima panca a destra entrando in coro, e sul suo grembo pose della terra del campo e delle fronde di alberi).
Dopo di che Paganello lo dichiarò legittimo rettore e possessore della chiesa e gli ‘commise’ la custodia delle anime dei parrocchiani.

La lunga pergamena fu ricopiata dalle imbreviature di ser Guido di Lapo da Gambassi per mano del notaio Francesco del fu Vannello del fu Dietaiuti dello stesso luogo.

Paola Ircani Menichini, 14 maggio 2021.
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RICONOSCIMENTI


Le fotografie


– La facciata della chiesa di San Martino di Catignano oggi, da Google Maps.

– Il gruppo delle case di San Martino di Catignano, da Google Maps.

– L’inizio della pergamena del 1357.

– La facciata della pieve di Santa Maria a Chianni di Valdelsa, foto di Giampaolo Conti, 2019, da Google Street View.


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