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Città manoscritte |
Una Storia nel cuore. L'affondamento della motonave Paganini (28 giugno 1940)
di Daniele Finzi, Nuova Toscana Editrice, Quaderni di Microstoria, Firenze 2008.
Recensione di Paola Ircani Menichini. |
« Ogni anno noi ricordiamo con una messa nella Basilica della SS. Annunziata di Firenze i morti nell’affondamento della Paganini, mi dice commuovendosi il signor Enzo [Conti]. Ormai siamo rimasti in pochi, ma non vogliamo dimenticare quella terribile tragedia ... L’iniziativa fu del comandante della sezione topo cartografica. Era un colonnello, che si salvò, mentre molti dei suoi uomini morirono o rimasero invalidi per sempre. Dal 28 giugno 1941 non abbiamo saltato un solo anno ...». Così l’autore del libro scrive a pag. 111, riportando una commovente testimonianza di dolore e di fedeltà al ricordo. E fedelmente il libro parla di una ricerca perseverante, a volte amara, in una delle pagine più buie dell’Italia fascista: l’affondamento della motonave Paganini, della società Tirrenia, noleggiata dal Ministero della Marina, partita a Bari il 27 giugno 1940 ed improvvisamente esplosa ed affondata il 28 giugno al largo di Durazzo in Albania. Portava più di 900 passeggeri militari e 6 ufficiali albanesi. I morti e i dispersi furono oltre duecento, tra cui i toscani Giorgio Bani (cognato di Gino Bartali), Giovanni Mattei e Giorgio Conti di Firenze, Giovanni Battista Crulli e Domenico Tanghi di Molin Nuovo di Arezzo, Bruno Farnetani e Alfio Aiazzi di Colle Vald’Elsa, Alvaro Gennaioli di Sansepolcro, Noemio Mattesini (Morino) di Pieve S. Stefano, Angiolo Ceccatelli, Severino Pucci, Guido Susini e Terzo Inghilesi di Greve in Chianti, Romeo Palloni di Campi Bisenzio, Elio Spartaco Catacchini, Emilio Magrini, Vittorio Meoni e Dino Pasquale Peluzzi di Anghiari. Erano diretti sul fronte albanese e facevano parte di un’Italia «speciale»: dignitosa, contadina, montanara, operaia, fatta uomini abituati al sacrificio fisico, al lavoro duro in condizioni disagevoli (pag. 18). In oltre duecento pagine Daniele Finzi riporta la storia familiare di alcuni di loro. In particolare si ferma sui giovani soldati anghiaresi che per un ritardo nell’imbarco dovettero salire e morirono sulla Paganini. Dopo più di quarant’anni è ancora vivo il dolore dei parenti e dei figli che all’epoca erano bambini. Nulla è stato seppellito, forse perché oltre ai sentimenti rimane intatto il desiderio di conoscere una verità mai rivelata. L’affondamento della Paganini fu dovuto a un siluro, a un sabotaggio, a una disattenzione? Che fine fecero i feriti gravi e mutilati? Per rispondere a queste domande comincia per l’autore una difficile ricerca di documenti negli archivi pubblici, nei ministeri, corredata sì da inaspettate collaborazioni, ma anche da dinieghi, silenzi, da tanta corrispondenza senza risposta. La lunga fila dei morti è presentata nel libro alle pagine 159-164, quasi come omaggio a dei soldati poveri ma valorosi nella loro travagliata vita e innocenza [P.I.M.]. |
A story in the heart. The sinking of Motorship Paganini (on june 28th 1940).
« Every year we remember
the sinking of Paganini and its victims with a mass in the
Basilica of SS. Annunziata of Florence " - says to
me Mr. Enzo Conti with deeply felt words. By now we are in a minority but we do
not want to forget this terrible tragedy ... The commander of Sezione
topo cartografica did it on his own initiative. He was a colonel, who
survived, while many
of his men died or were disabled forever. From 28th June 1941 we have not
missed a single year ...». |
Une histoire dans le cœur. Le naufrage du moteur Paganini (28 Juin 1940).
"Chaque année, nous rappelons avec une
messe en la basilique de SS. Annunziata di Firenze les morts du moteur Paganini,
me dit M. Enzo [Conti]. Il est ému. Désormais, nous sommes une minorité, mais nous ne voulons pas oublier cette terrible
tragédie ... Le commandant de la Sezione topo cartografica eut l'initiative. Il
a été colonel, qui se sauvait; beaucoup de ses hommes sont morts ou
ont été handicapés. Du 28 Juin 1941, nous n'avons pas manqué une
seule année ...». |