La chiesa di San Verano a Pisa
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La chiesa
di San Verano a Pisa


Nel 1569 l’arcivescovo di Pisa, cardinale Giovanni Ricci da Montepulciano (1497-1574), per provvedere alla gran povertà delle chiese cittadine, dette l’incarico al vicario Antonio Lorenzini vescovo di Cesarea di Palestina, di accertarne le condizioni reali, escludendo quelle dei religiosi, competenza dei rispettivi Ordini.
Nel gennaio 1570 quindi il vicario fece redigere un elenco diviso in sezioni, nel quale fu riportato, oltre al titolo delle chiese, il nome del prete rettore, la rendita e il patronato – che poteva essere di privati, dei parrocchiani, di enti religiosi o del cosiddetto “ordinario” (l’arcivescovo).
Ricordò all’ultimo posto, nella parte dedicata alle “Chiese in Pisa senza cura d’anime”, l’interessante:

“Chiesa di S. Verano patronato di casa Perini rettore prete Perino Perini di rendita sacca tre di grano ...”.
Sebbene sia breve, questa nota ricorda una chiesa pisana della quale complessivamente si hanno poche notizie.
La cita Emilio Tolaini (Forma Pisarum), riferendosi a una nota di Aristo Manghi del 1913 e la Descrizione delle chiese ..., manoscritto di Paolo Tronci.
Al contrario a Peccioli, nell’antico contado di Pisa, Verano è il santo che dà il titolo alla pieve ed è festeggiato il 25 ottobre.
Da qui pare provenga una pala del secolo XIII che lo raffigura e che si trova alla Pinacoteca di Brera di Milano.
Anche sui Monti Pisani, alla Costa d’Acqua, San Verano dette il titolo a un eremo e romitorio.
E nei pressi di Volterra battezzò uno ospedaletto soppresso nel 1383.
Ma chi fu veramente questo santo del quale si è perduto il culto da tempo immemorabile? È ricordato dal Martirologio romano come uomo devoto e prelato colmo di grandi virtù, soprattutto nell’assistenza dei malati.
Fu ordinato sacerdote nel 540 e visse da eremita a Valchiusa (Vaucluse) di Provenza.
Desiderando poi visitare la tomba degli apostoli, intraprese un lungo viaggio verso la Città Eterna percorrendo la strada che conosciamo come Francigena.
Soprattutto ebbe in odio e combatté per quanto poté il Male nei luoghi nei quali lo incontrò.
A Fontaine-de-Vaucluse liberò il fiume Sorgue da un drago che cacciò nelle Alpi.
A Cavaillon affrontò un altro drago che infestava il paese, legandolo con una catena.
A Peccioli sollevò il borgo da una pestilenza e sempre dal male del paganesimo.
Tornato in Gallia fu nominato vescovo di Cavaillon, la città salvata.
Svolse in modo perfetto il suo incarico e morì di peste ad Arles nel 590.
Durante il funerale il suo mantello si alzò miracolosamente per indicare il luogo desiderato della sepoltura.

Come si può vedere furono molti e significativi gli episodi della sua vita ... I quali però non coincidono con quelli rappresentati dai riquadri della sopra citata tavola di Brera, dove Verano è rappresentato battezzato da San Pietro, che è del I secolo, e muore decapitato e martire.
Ma, a meno di scoperte future e clamorose, sono di fatto differenze non risolvibili e di norma frequenti nelle agiografie dei santi più lontani nel tempo, specialmente di quelli con minor devozione già nel Basso Medioevo.
Resta semmai salda la sua storia legata al viaggio e il suo culto a Pisa si rivela importante, oltre che come semplice attestazione di presenza, anche come conferma della sua risonanza e del successo raggiunto in luoghi lontani e in tempi difficili per il cristianesimo.
Comprova in questo, a parere nostro, la singolare unità culturale delle regioni comprese tra la Francia meridionale e i territori che si attraversavano dalla Provenza, passando per il Piemonte e la Liguria, fino in Toscana.
Pisa ne fece parte di certo grazie ai suoi intraprendenti mercanti e ai devoti pellegrini che utilizzarono e custodirono quel sistema di ospizi e chiese sulle strade di lunga percorrenza, svelato, parzialmente, dai manoscritti.

Dove sorgeva la chiesa di San Verano a Pisa? Documentata nel 1193, fu edificata prima accanto al nucleo centrale di Chinzica, nella parte sud orientale della città, forse non molto distante dalle mura e dalle porte, se si pensa a una sua probabile connessione con un ospizio per viaggiatori.

Il Manghi parla di una traversa di via Sant’Egidio (Corso Italia).
Un documento dei carmelitani del 1659, che riporta un atto del 1325, la colloca presso l’orto del convento e ne ricorda il grado di cappella, cioè di parrocchia.
Così recita quest’ultima memoria: [...] “Orto contiguo al convento con sua casa.
Detto orto è di più pezzi di terra, de’ quali alcuni ne furono comperi dal convento l’anno del Signore 1325 e sono quelli contigui alla chiesa, et convento per di sopra alla porta del convento che risponde nell’orto, et sono nella cappella di San Verano ...

Paola Ircani Menichini, 12 giugno 2020. Tutti i diritti riservati


(1) L. Carratori Scolari, “Le visite pastorali della diocesi di Pisa (secoli XV-XX)”, Pisa 1996, dà solo una sintesi del contenuto del registro che contiene la nota su San Verano e sulle altre chiese cittadine e del distretto.
(2) Santi e Beati: http://www.santiebeati.it/dettaglio/74415




San Verano, tempera e oro su tavola (152 x 97 cm), secolo XIII, Milano, Pinacoteca di Brera.
La scheda della Pinacoteca:
“Questa tavola di un artista toscano del terzo quarto del Duecento rappresenta un vescovo del VI secolo circondato da sei episodi della sua vita, in uno stile ancora fortemente segnato dalla lezione dell’arte bizantina. A sinistra e a destra del santo sono raffigurate scene della sua vita, un miracolo successivo e l’apparizione degli degli angeli dinanzi al cadavere. Il dipinto proviene dalla collezione di Paolo Gerli, l’industriale milanese a cui il Castello Sforzesco deve l’acquisto degli arazzi Bramantino”.



L’immagine di San Verano proviene da G. Sobin, “Ladder of Shadows: Reflecting on Medieval Vestige in Provence and Languedoc” (Scala di ombre: riflessioni sulle vestigia medievali in Provenza e Linguadoca), Università di California 2009. Si legge a p. 76, nel capitolo “Laying the Dragon Low” (La collocazione del drago in basso):

Con un semplice segno della croce, San Verano riuscì a sottomettere e incatenare l’enorme creatura, riducendola – con il suo stesso gesto – a un umile stato di pietà. Per anni, il drago stava devastando la campagna e massacrando persone e animali ...
E a p. 83: Sarebbe la missione di San Verano, in effetti, quella di desacralizzare se non demolire il tempio pagano e costruirci accanto un oratorio in onore della Vergine Maria. Sono associate anche fontane e sorgenti ...