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Gennaio 1542:
Tra Sasso Pisano e Leccia

“Andando di paese in paese” si usava dire un tempo riguardo ai frati, soprattutto francescani che per la Quaresima o l’Avvento si recavano a far sermoni negli antichi castelli del contado. Ma, restando in campo religioso, ci si poteva riferire anche ai vescovi che visitavano i borghi e le chiese soggette alla diocesi. I presuli seguivano, cavalcando, i vecchi itinerari, il cui percorso e tappe sono rimasti in parte nei nomi di luogo e nelle vie moderne oppure nelle carte di archivio.

“Visitavit ecclesiam sancti Bartolomei de Leccia quae est unita plebi de Commessano dirute sub cuius titulo extat ecclesia sancti Bartolomei in castro Saxi; cuius est plebanis dominus Michael de Contugis, et retinit ad offitiandum in dictis ecclesiis infrascriptos capellanos videlicet in castro Leccie ser Bartolomeus Marci de Monterchio comitatus Florentie absque aliqua licentia superioris ...” [Ha visitato la chiesa di san Bartolomeo di Leccia che è unita alla pieve diruta di Commessano che, sotto questo titolo, sussiste nella chiesa di san Bartolomeo nel castello di Sasso; della quale è pievano dominus Michele dei Contugi e tiene per officiare nelle dette chiese gli infrascritti cappellani, cioè nel castello di Leccia ser Bartolomeo di Marco da Monterchio del contado di Firenze (=Montecchio di Val di Pesa) senza alcuna licenza dei superiori ...].

Il vescovo verificò inoltre che l’edificio fosse ben tenuto e si custodissero dignitosamente i sacramenti. Accertò la presenza, oltre a quello maggiore, di due altari che però erano “sine prebenda”, cioè senza patrimonio.
Fece infine scrivere l’elenco di paramenti e oggetti preziosi per il culto e le terre di proprietà poste nei luoghi dei dintorni: a Uliveto, al botro alla Fonte (una chiusa), alla Madonna e Poggiora, a Santa Maria, sotto la rocca presso la carbonaia (il fossato), al Piano dello Spedale ... eccetera. Riportò anche un confine interessante che ricorda la presenza della “Societatis Virginis Marie dicti castri” (la confraternita della Vergine Maria del detto castello).
Dopo di che proseguì la visita fuori delle mura:

“Extra dictum castrum Leccie extat oratorium Virginis Marie sub protectione laicorum cuius ad presens est camerarius Cesar Francisci, qui habuit preceptum de faciendo inventarium bonorum tam mobilium quam immobilium, infra quindecim dies proxime futurorum ...” [ Fuori del detto castello di Leccia sussiste l’oratorio della Vergine Maria sotto la protezione dei laici, del quale al presente è amministratore Cesare di Francesco, che ha avuto ordine di far l’inventario dei beni sia mobili che immobili entro i 15 giorni prossimi futuri ...]. In caso contrario avrebbe dovuto pagare al fisco vescovile la multa di lire 25.
Oggi l’oratorio è conosciuto come santuario della Madonna del Libro. Prende il nome da un affresco dipinto sul finire del Cinquecento – e quindi sconosciuto al vescovo Sirtori.
Il quale presule il 15 gennaio 1542 fu a Sasso Pisano dove ispezionò la chiesa locale anch’essa intitolata a San Bartolomeo e fece scrivere le stesse informazioni su Commessano e sul pievano Contugi. Vi aggiunse il fatto che il vicepievano di lì si chiamava ser Giovan Pietro Bernardini e che era proprio del Sasso.
Accertò poi come nel’interno della chiesa vi fossero (anche qui) due altari, oltre a quello maggiore. Vide putroppo due travi rotte con i puntelli e una certa trascuratezza nel cimitero e in una “domo” dove erano entrate le bestie. Impose pertanto a prete Bernardini di fare i restauri e comandò a un certo Goro del luogo di devolvere 10 lire per i lavori, ovvero di corrispondere quanto legato a suo tempo dal fratello Guglielmo, assieme a una libbra di cera.

Successivamente Sirtori visitò l’ “oratorium in burgo dicti castri” sotto il titolo dell’Annunciazione della Vergine Maria, il quale era suo “censuario” (= tributario) per una libbra di cera l’anno. Vide l’edificio ben tenuto e fece segnare alcuni pezzi di terra castagnati di proprietà, uno dei quali si trovava a San Guglielmo *, presso i beni di un Giovanni “barbitonsoris” (= barbiere).
Oggi una delle poche testimonianze di questo oratorio è rimasta nella scritta “Poggio della Nunziata” su una mappa del catasto ottocentesco di Sasso Pisano.

Paola Ircani Menichini, 21 giugno 2019. Tutti i diritti riservati.


* San Guglielmo (+ 1157) fu un nobile cavaliere francese convertitosi dalla vita dissoluta e ritiratosi come eremita a Malavalle di Castiglione della Pescaia. I suoi discepoli fondarono un Ordine (1211 – i Guglielmiti) di ispirazione benedettina cistercense e si diffusero in Toscana, in Italia e in Europa, dove restarono fino al secolo XVIII.