"San Luca di Casalgiustri (Montescudaio)
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San Luca di Casalgiustri
(Montescudaio)

Casalgiustri è un’ area di interesse archeologico del comune di Montescudaio. Si trova citata nei documenti dal secolo XI. Prese il suo nome forse in epoca più antica da un certo latino Iustus. Conosciuto anche con le varianti Casteliustuli e Casale Iustuli, al riguardo scrisse lo studioso Silvio Pieri che “in fonetica pisana e lucchese derivò per sincope da normale -giustri -uli” (come Valicandoli-Valicandri di Bibbona).
Nel medioevo ospitò una corte e una pieve intitolata a San Giovanni che nel 1276-1277 e 1302-1303 fu soggetta alle decime. Bindo suo pievano venne inviato nel 1289 dai consoli del comune di Montescudaio a Ranieri vescovo di Volterra per sciogliere una scomunica.
Poche altre notizie la documentano. Al tempo del Catasto fiorentino (1427-30) aveva ancora un castello che sarebbe stato ridimensionato dalle guerre successive e si sarebbe mutato in un più modesto gruppo di case.
In un altro periodo storico ebbe una chiesa particolare ...

San Luca di Casalgiustri . Nel maggio 1778 il vescovo di Volterra visitò le colline e la piana della bassa Valdicecina.
Si fermò anche a Montescudaio dove il giorno 25, quasi alla fine dell’itinerario in zona, ispezionò la chiesa di Sant’Iacopo (già ospedale) ... “posta nel detto castello, la quale appartiene al Bigallo. La detta chiesa minaccia rovina da tutte le parti, e fu interdetta”.
Il 26 maggio scese verso il piano:
“Dopo celebrata la santa messa circa le ore otto, monsignor vescovo con i signori canonici, ed altri partì dal detto castello alla volta della Cecina. Per il viaggio si trasferì a visitare l’oratorio di Santa Lucia annesso alla abbazia di Monte Scudaio . Trovò incominciati alcuni resarcimenti necessarii in detto oratorio, e comandò che si proseguissero colla maggior prontezza, e che si riattasse il quadro dell’altare.
Di poi seguitando il viaggio, andò a visitare l’oratorio di Santo Luca detto di Casa Giusti , nel quale si dice la santa messa nelle feste che occorrono nella stagione della segatura, e tribbiatura per comodo dei popoli.
L’altare è privo di qualunque ornamento acciò necessario, epperò comandò, che l’altare si tenesse sempre fornito, o coperto delle tovaglie necessarie, carteglorie, candeglieri, e crocifisso”.

San Luca di Casalgiustri insomma, a leggere la visita, era poco più di uno stanzone adattato a cappella, consacrata non si sa quando e spoglia di ogni cosa, tanto che il prete per dir messa doveva portarsi dietro gli oggetti e i paramenti sacri. Servì durante la mietitura del grano nelle imprese agricole sviluppatesi a quei tempi e radunò i lavoratori che per povertà furono transumanti, senza abitazione fissa e convenienza o energie per andare a Montescudaio o a Cecina i giorni festivi.

“Seguitando il viaggio”, dopo Casalgiustri, il vescovo effettuò la visita alla Magona, al Fitto e alla Colonia di Cecina, e visitò le loro chiese più fornite. Compì poi un atto che si trova ricordato poco di frequente in questo tipo di documenti.
Il 28 maggio alla sette del mattino partì per Rosignano dove arrivò alle nove e fu ricevuto con tutti gli onori dal pievano Masoni. Qui impartì le cresime a 560 persone, maschi e femmine, di diverse età. Anche se non è specificato, eseguì questo atto in qualità di primate di una diocesi contermine a quella dell’arcivescovo di Pisa, Francesco Guidi, gravemente malato e impossibilitato a farlo di persona (sarebbe deceduto nel luglio dello stesso 1778).
Dopo pranzo, verso le 4 e 30 ripartì per Cecina dove giunse circa alle otto della sera.

Paola Ircani Menichini, 6 marzo 2020. Tutti i diritti riservati


Le foto di Casalgiustri nella testata sono state prese da Google Maps, 2011, 2019.